Tassazione Affitti Brevi in Italia: guida completa e ultime novità legislative

tassazione affitti brevi
Le locazioni turistiche brevi stanno vivendo un nuovo boom, e le stesse sono investite da molte novità e nuove regole anche in tema di tassazione affitti brevi e nuove regole di durata.

Gli affitti brevi, noti come “affitti turistici”, sono una forma di alloggio sempre più diffusa, e sono tanti oggi gli host che desiderano mettere a reddito la propria casa nel settore turistico.

Tra i quesiti che un proprietario si pone prima di collocare un immobile nel mercato turistico, la principale è:

Quanto si paga di tasse per gli affitti brevi?

Calcolare la tassazione affitti brevi e la reale convenienza derivante, ad esempio,  dalla conversione di un affitto tradizionale in uno breve, è esigenza legittima di chiunque voglia approcciare questo settore.

Il potenziale guadagno derivante dall’affitto di una casa come airbnb dipende da diversi fattori, tra cui la posizione, la dimensione della proprietà, la qualità dell’alloggio e la domanda nella zona, ma sicuramente vanno fatte anche considerazioni di ordine fiscale.

In questo articolo, esamineremo le principali considerazioni fiscali nel contesto italiano, tematica che potrete approfondire anche qui.

La tassazione degli affitti brevi è una questione importante e complessa

Innanzitutto, occorre precisare che affinché si tratti di una locazione breve occorre rispettare alcune caratteristiche:

  • L’immobile preso in affitto breve deve essere a uso abitativo
  • La durata di ciascun soggiorno non deve superare i 30 giorni all’anno
  • I soggetti coinvolti nel contratto devono essere persone fisiche, al di fuori dell’attività d’impresa
  • E’ consentito il servizio di fornitura biancheria e pulizia dei locali, ma solo prima dell’inizio del soggiorno

Il regime fiscale delle locazioni brevi è disciplinato dall’articolo 4, commi 2 e 3, del decreto legge n. 50/2017.

Esso prevede che per i redditi derivanti dai contratti di locazione breve è possibile applicare il regime agevolato di tassazione della “cedolare secca” (imposta sostitutiva con l’aliquota del 21%).

La cedolare secca è un regime fiscale opzionale per effetto del quale il reddito di locazione viene tassato con un’aliquota fissa.

Si tratta di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali, che si applica sul reddito derivante dalla locazione dell’immobile.

Inoltre, per quanto concerne i contratti per cui è stata esercitata l’opzione per la cedolare secca, non sono dovuti i pagamenti dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo, ordinariamente dovuti in caso di registrazioni, risoluzioni o proroghe dei contratti di locazione.

Tale normativa di riferimento si applica esclusivamente alla locazione di appartamenti o porzioni di appartamento (stanze singole o porzioni di ville) per fini abitativi residenziali a tempo limitato.

A partire dal periodo d’imposta 2021, per effetto della disposizione contenuta nel comma 595 della legge n. 178/2020, il regime fiscale delle locazioni brevi può essere riconosciuto solo in caso di destinazione alla locazione breve di non più di quattro appartamenti per ciascun periodo d’imposta.

Negli altri casi, infatti, l’attività di locazione si presume svolta in forma imprenditoriale e non si può quindi applicare il regime di cedolare secca.

Tassazione delle locazioni turistiche: la dichiarazione dei Redditi

Nel nostro Paese dunque i redditi derivanti dagli affitti brevi devono essere dichiarati e tassati come redditi da locazione.

In questa fase si stabilisce se sfruttare i vantaggi della cedolare secca oppure se applicare la tassazione ordinaria sul totale percepito dall’affitto breve.

Registro delle Locazioni Turistiche 

Per godere della cedolare secca è necessario registrare la locazione turistica presso l’Agenzia delle Entrate.

Questa registrazione consente alle autorità fiscali di monitorare gli affitti brevi e di accertare eventuali imposte dovute.

La registrazione è obbligatoria e può comportare sanzioni in caso di mancata registrazione.

Imposta di Soggiorno

 Per completezza espositiva annoveriamo tra le tassazioni affitti brevi anche le tasse di soggiorno.

In molte città italiane, è prevista un’imposta di soggiorno che deve essere pagata dai visitatori che soggiornano in alloggi turistici.

Questa imposta è solitamente calcolata in base al numero di notti trascorse e può variare da città a città.

 Quindi non si tratta di tasse che gravano sul proprietario ma che egli riscuote dagli ospiti e versa alle autorità locali.

Ricapitolando: i punti salienti della tassazione affitti brevi

Ricapitolando la cedolare secca trova applicazione solo nei casi di destinazione alla locazione breve di non più di quattro appartamenti per ciascun periodo d’imposta.

Viceversa, l’attività di locazione breve si presume svolta in forma imprenditoriale ai sensi dell’articolo 2082 del codice civile, con conseguente obbligo di apertura della partita iva ed esclusione dal regime di cedolare secca.

Dunque qualora il locatore decidesse di gestire un numero di immobili superiore al limite numerico consentito, sarebbe indispensabile l’apertura della partita iva. Il nostro ordinamento giuridico italiano prevede e regolamenta tre regimi fiscali :

  • Forfettario
  • Semplificato (al quale sono interessate le ditte individuali e le società di persone)
  • Ordinario

In questo caso a seconda del regime prescelto dopo una necessaria consulenza fiscale, sarà possibile o meno beneficiare di alcune detrazioni fiscali.

Ad esempio, è possibile dedurre le spese relative al mantenimento e alla gestione della proprietà, come le spese di pulizia, le utenze e le tasse.

Queste detrazioni possono contribuire a ridurre l’importo complessivo dell’imposta sul reddito dovuta.

Affitti brevi: le nuove regole previste per il 2024 e le tasse da pagare

L’articolo 19 della Manovra di Bilancio 2024 contiene una norma che prevede l’ aumento delle tasse sulle rendite da affitto breve, con una cedolare secca che passerebbe dal 21 al 26 per cento per dedica alla locazione breve più di un immobile.

Dal 2024 la cedolare secca sugli affitti brevi passerà quindi al 26%, ma solo a partire dalla seconda casa.

Quindi chi ha un solo appartamento da destinare agli affitti brevi può continuare a farlo con la stessa tassazione applicata fino ad oggi.

Questo è quanto emerge dal Disegno di Legge di Bilancio in approvazione in Parlamento.

In conclusione, la tassazione degli affitti brevi in Italia è una questione complessa che richiede un’adeguata conoscenza delle leggi fiscali nazionali e locali.

Vi invitiamo a seguire i nostri canali social e a leggere il nostro blog per rimanere informati sulle leggi e i regolamenti locali che potrebbero influire sulla gestione degli affitti brevi in Italia.

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