Turismo Italia: il futuro del settore e l’apporto degli affitti brevi

turismo italia
Quando si parla di turismo Italia  si pensa subito ad un  Paese che non è solo tra i 5 più visitati al mondo, con 65 milioni di turisti all’anno, ma anche a un settore che determina il 15% dell’occupazione totale.

Mare, montagna, lago, campagna, città d’arte, borghi medievali, riserve naturalistiche, enologia e cibo: il turismo italiano  genera direttamente circa il 5% del PIL e incide indirettamente sul 13%.

L‘Italia è il Paese con più  siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO ed è quello in cima alla lista dei desideri dei potenziali viaggiatori.

L’esperienza culturale va di pari passo con svago e divertimento, le tradizioni popolari con l’enogastronomia.

Esistono migliaia di ragioni per visitare il nostro Belpaese, e ne esistono altrettante per fare in modo che il turismo traini sempre più l’economia nazionale.

Chi opera nel turismo italiano sa che potrebbe essere fatto di più e meglio per attrarre un flusso di turisti maggiore ed è indubbio che il settore degli affitti brevi vi abbia enormemente contribuito.

Turismo Italia: il ruolo degli affitti brevi

Gli affitti brevi si stanno sempre più affermando in Italia.

Il periodo pandemico ha contribuito a determinare maggior consapevolezza nella scelta degli alloggi e a preferire soluzioni di ospitalità capaci di garantire maggiore privacy.

Nel 2022 l’extra alberghiero ha generato 11 miliardi di euro di incassi.

Molto interessante sul punto è risultata un’analisi di The data appeal company che ha messo a confronto i due comparti dell’hospitality del turismo Italia: affitti brevi e strutture ricettive tradizionali.

Il report annuale mira a analizzare lo stato del turismo in Italia e ha avuto come focus proprio quello di valutare le performance dei due comparti.

L’indagine si è concentrata sui seguenti punti:

  • Dove si preferisce soggiornare
  • Quali aspetti del soggiorno sono ritenuti maggiormente importanti
  • Come cambiano le abitudini in base al Paese di provenienza e alla tipologia delle persone.

Ne è derivato che gli affitti brevi hanno superato la ricettività tradizionale con un punteggio di 91,2 contro 85,4.

Lo short rent attira più che mai ma può ancora crescere considerevolmente

Nel nostro Paese è stato stimato un patrimonio di 6,3 milioni di seconde case possedute dagli italiani e non sempre utilizzate, con ‘solo’ circa 700 mila immobili immessi nel circuito degli airbnb di cui circa 200 mila gestite in maniera professionale.

Si aggiunga poi che sempre maggiore importanza sta assumendo il cosiddetto modello ibrido.

Le più importanti catene alberghiere internazionali come Marriot e Hilton che, avendo intuito il potenziale del settore si stanno dotando di strutture di property management.

Questo dato conferma quanto margine di crescita ci sia ancora per il turismo Italia e per l’ospitalità extra alberghiera.

Turismo Italia: il mercato in aumento dei viaggi di lavoro

Anche il settore del business travel sta registrando un significativo aumento e il 2023 si preannuncia come anno dei record.

Nonostante la crisi internazionale le aziende hanno desiderio e necessità di ripartire.

Seguendo la scia di quanto già accaduto nel 2022, le trasferte si preannunciano più lunghe, ma la necessità di conciliare la sostenibilità con i crescenti costi aziendali ha portato ​l’interesse di professionisti e aziende verso l’accoglienza extra alberghiera.

Basti pensare al fatto che Airbnb, pur avendo una vera e propria sezione dedicata ai viaggi di affari ha dedicato uno strumento di ricerca che consente di optare con maggiore agilità verso soluzioni che abbiano caratteristiche idonee ai viaggi di lavoro.

I soggiorni d’affari in appartamento sono sempre maggiormente preferiti dal viaggiatore che si trova in una trasferta generalmente per un periodo superiore alle due settimane, e che ha in mente un viaggio blended.

Il mondo degli affitti brevi, soprattutto quello maggiormente strutturato capace di fornire un servizio di alto livello, è destinato a diffondersi a ritmi sempre più sostenuti e i proprietari di seconde case ancora inutilizzate in Italia, usufruendo della professionalizzazione del settore potrebbero integrare notevolmente i propri redditi.

Il turismo Italia sta dimostrando di saper adattarsi alla trasformazione del mercato e rispondendo sempre più prontamente alle esigenze di sostenibilità, digitalizzazione e professionalità.

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